mercoledì 24 giugno 2009

Non lasciamo sola l'Onda di Teheran


L'appello

L'Onda Verde continua coraggiosamente a manifestare sfidando, con compostezza pacifica, le pallottole del regime di Teheran. Un appello del Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico".

Le notizie che giungono da Teheran sono drammatiche. Queste giovani e questi giovani, queste persone comuni che, rischiando la vita, sognano più libertà e chiedono il rispetto della volontà popolare (con un voto regolare), meritano tutta la nostra ammirazione ed il nostro sostegno. Non è questo il momento dei distinguo accademici sul tasso di democraticità e laicità dell'attuale opposizione politica.

E' il momento, invece, di mobilitarsi subito, insieme!

E' necessario che, anche in Italia, ci uniamo alle proteste davanti all'Ambasciata di Roma, ai vari consolati, nelle diverse piazze, per fare sentire che Tehran non è sola!

La pressione dell'opinione pubblica internazionale potrà, forse, evitare all'umanità tutta la vergogna di una "Teheran-men" annunciatrice di nuovi lutti e nuove guerre.

Primi firmatari individuali: Don Luigi Ciotti - Francesco Lo Cascio - Alberto L'Abate - Alfonso Navarra - Gianni Alioti - Piero Ricca - Lidia Menapace - Mario Agostinelli - Don Alessandro Santoro - Franca Pizzini - Ennio La Malfa - Patrizia Quartieri - Anna Marson - Salvatore Giordano - Gianfranco Stella - Isabella Horn Baldelli - Paolo Candelari - Silvano Tartarini - Roberto Melone - Gigi Malabarba- Severino Saccardi -

Altre firme individuali: Carolina Balladares - Vittorio Pallotti - Alessandro Rizzo - Stefano Costa - Giorgio Bertelli - Priscilla Leone - Daniella Ambrosino - Franca Maria Bagnoli - Marco Forlani - Giovanna Nobile - Marinella Sanvito - Vincenzo De Blasi - Amalia Navoni - Edda Boletti - Alberto Milazzo - Rino Sanna - Marco Palombo - Georgina Ortiz - Giampaolo Ferradini - Giuliano Falco - Nicoletta Manuzzato - Paolo Damiani - Raffaele Taddeo - Caterina Di Francesco- Daniella Ambrosino -


Associazioni, gruppi, movimenti: Accademia Kronos - Acea - Altropallone - Casa dei Circoli, Culture e Popoli - Coordinamento Nord Sud del Mondo - Centro culturale multietnico "La Tenda" - Centro Internazionale Helder Camara - Gruppo Abele - Berretti Bianchi - Comunità di base "Le Piagge" - Famiglia Margini - Fim Cisl nazionale - Lega Disarmo Unilaterale - Libera - Mediterraneo For Peace - Riconciliazione.it - Sinistra Critica - Terra Nuestra - Testimonianze -

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Commento

Ci sono alcuni momenti che decidono la Storia, la quale per lo più non procede secondo i nostri schemi precostituiti. Ne stiamo vivendo uno. Il regime teocratico di Tehran forse è in bilico, come afferma anche l'Associazione degli studenti iraniani in Italia, e - nel momento in cui scriviamo (non è nemmeno escluso che crolli. Ma anche se, nell'immediato, la violenza repressiva passa, è chiaro ormai che - questo regime - è comunque condannato, basta aspettare: è questione che il Movimento di base allestisca e cementi una nuova organizzazione autonoma, che ancora non ha.



"Se passa oggi l'Onda Verde evitiamo una possibile guerra nucleare limitata - spiegano i rappresentanti del Coordinamento-. Se invece vince il colpo di Stato di Ahmadinejad è fortemente probabile che ci arriviamo. E la paghiamo tutti, sia ambientalmente (mini-inverno nucleare, fall out molto più grave di Chernobyl) sia economicamente (petrolio a 300 dollari il barile, collasso economico generale)".



Giovedì 25 giugno, verrà lanciata, dagli studenti iraniani in Italia, una giornata di mobilitazione nazionale e già da ora il Comitato sta lavorando per la costituzione delle Ambasciate di Pace: "Le ambasciate di pace - spiega Alfonso Navarra per il Coordinamento - sono un progetto del movimento italiano per la pace e il disarmo, da estendere a livello europeo, che, ponendosi come strumento di una diplomazia dei popoli agita dal basso, dalla società civile, fa tesoro di altri interventi precedenti, confluiti nella ipotesi teorico-pratica dei Corpi Civili di Pace. Si tratta di una sede, un ufficio fisico, situato nella capitale della Repubblica Islamica dell'Iran, intestato e pagato autonomamente da una associazione di scopo, promossa da pacifisti italiani ed europei, ed in particolare dagli obiettori di coscienza alle spese militari e nucleari".

Per informazioni e adesioni

Coordinamento "Fermiamo che scherza col fuoco atomico"
c/o Campagna OSM/DPN
via M. Pichi, 1
20143 Milano
e mail: locosm@tin.it
tel. 02-58101226 cell. 349 5211837
sito web : http://ambasciatadipaceteheran.blogspot.com/








martedì 30 giugno 2009



IL PROGETTO DI UNA AMBASCIATA DI PACE A TEHERAN



Care/i eurodeputate/i neoelette/i,


vi chiediamo di prendere una iniziativa urgente che, anche elaborando una specifica risoluzione, proponga il Parlamento Europeo, come soggetto attivo "diplomatico" per una soluzione della attuale crisi politica iraniana, scaturita dal voto per il rinnovo della carica di Presidente della repubblica Islamica.


Occorre puntare ad una pressione internazionale affinchè siano garantite l'espressione autentica della volontà popolare e la libertà di manifestazione dell'opposizione, nel momento in cui da Teheran giungono drammatiche notizie di brogli, di repressioni e di violenze sanguinose, ed è negata alla stampa, internazionale ed interna, la possibilità di testimoniare la verità dei fatti.


Si può proporre la propria disponibilità, in quanto rappresentanti di una istituzione credibile dal punto di vista democratico, e che rappresenta i popoli europei, amici del popolo iraniano, a fare da OSSERVATORI sul posto per assistere ai riconteggi sul voto già effettuato - ammessi dalla Guida Suprema Khamenei - o per lo svolgimento regolare di una eventuale sua ripetizione, richiesta dall'opposizione "riformista", che si sente più che plausibilmente defraudata.


Questa iniziativa potrebbe concretizzarsi con l'invio urgente di una delegazione parlamentare a Tehran che verifichi direttamente la situazione con le autorità e con le forze politiche, prendendo anche contatto con la società civile impegnata per la difesa dei diritti umani e democratici, in particolare per la parità uomo-donna.


Una proposta del genere potrebbe essere prospettata alle autorità iraniane come nostra richiesta di collaborazione per la migliore attuazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici, della Dichiarazione universale dei diritti umani e del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, tutti strumenti di cui l'Iran è firmatario.


Gradiremmo avere riscontro su come procede il vostro vostro lavoro sulla problematica che stiamo sottoponendo, perchè - da cittadini preoccupati per la "pace disarmata" nel mondo - siamo consapevoli che una stabilizzazione della situazione interna iraniana, su basi di trasparenza e di giustizia codificate dal diritto internazionale, sarebbe decisiva per il buon esito del "dialogo delle civiltà", rilanciato dal presidente USA Obama nel suo recente discorso al Cairo.


Alfonso Navarra - obiettore alle spese belliche e nucleari


Coordinamento fermiamo chi scherza col fuoco atomico - c/o Campagna OSM-DPN - via Mario Pichi 1 - 20123 Milano


email locosm@tin.it ; alfonsonavarra@virgilio.it ; tel. 02-5810.1226 cell. 349-5211837


P.s. : i parlamentari è bene siano informati che, come movimenti disarmisti, ecologisti e nonviolenti, stiamo lavorando al progetto di una ambasciata di pace a Tehran, sotto riportato mei suoi elementi essenziali.


AMBASCIATA DI PACE di Tehran: definizione, compiti e linee operative


Giugno 15, 2009


L’Ambasciata di pace a Tehran è un progetto del movimento italiano per la pace e il disarmo, da estendere a livello europeo, che, ponendosi come strumento di una diplomazia dei popoli agita dal basso, dalla società civile, fa tesoro di altri interventi precedenti, confluiti nella ipotesi teorico-pratica dei Corpi Civili di Pace. Ci si riferisce, con questo progetto, ad esperienze che avevano cercato e cercano di opporsi alle guerre e allo "scontro di civiltà" costruendo embrioni di forze di interposizione e percorsi e reti di diplomazia di base.



NATURA E SCOPO ESSENZIALE DELLA STRUTTURA


L’Ambasciata di pace è, in sostanza, una sede, un ufficio fisico, situato nella capitale della Republica Islamica dell'Iran, intestato e pagato autonomamente da una associazione di scopo, promossa da pacifisti italiani ed europei, ed in particolare dagli obiettori di coscienza alle spese militari e nucleari.


L'ufficio deve essere identificato da una insegna recante scritto, in italiano, inglese e persiano: AMBASCIATA DI PACE DI TEHRAN


Lo scopo essenziale della struttura è contribuire alla denuclearizzazione civile e militare del Mediterraneo e del Medio Oriente partendo dalla base giuridica della "Dichiarazione di Barcellona" del 1995.


L’ambasciata di pace deve essere autonoma da tutti i governi sia finanziariamente che politicamente.


L’ambasciata di pace è uno strumento della cittadinanza attiva europea che si riconosce nella "internazionale dei diritti umani" e dal solo associazionismo indipendente deve trarre le sue linee di lavoro e di finanziamento. E’ tuttavia possibile e augurabile che alcune istituzioni locali, nazionali o internazionali aiutino, di volta in volta e in varie forme, l’attività dell’ambasciata di pace, senza, tuttavia, risultare mai determinanti. (Una collaborazione particolarmente ambita sarebbe quella con il Parlamento Europeo). Per società civile s’intende, nell’immediato, fare riferimento a tutte quelle organizzazioni internazionali e non che operano in Europa e sul nostro pianeta nei più diversi settori del volontariato e che intendano oggi farsi carico di questo compito.


COMPITI DELL’AMBASCIATA DI PACE DI TEHRAN


1) Aprire e consolidare le comunicazioni tra la società civile europea e la società civile iraniana. In particolare approfondire le relazioni tra le personalità indipendenti ed i gruppi che si battono per la dismissione, ovunque, delle strutture e degli impianti nucleari in quanto apparati e tecnologia dannosi per l'ambiente e la salute, nonchè militarmente proliferanti. E’ il primo e fondamentale dei compiti dell’ambasciata di pace. Si tratta di far conoscere tra di loro i gruppi vitali della cittadinanza attiva, superando le difficoltà e le opacità che, spesso, i governi frappongono. Si tratta di lavorare alla costruzione di solide relazioni sociali e umane che siano in grado di opporsi, nell'inmmediato e nel domani, alla costruzione dell’immagine del nemico (scambi culturali, religiosi, artistici ed economici su basi equo-solidali).


2) Informare correttamente l'opinione pubblica europea, le Istituzioni Europee Comunità internazionale sulle reali condizioni di vita della popolazione iraniana, e sull’eventuale rispetto o non rispetto dei diritti umani da parte del governo e dell'ammnistrazione locale.


3) Con la realizzazione dei due precedenti punti, l’Ambasciata di Pace di Tehran raggiunge il proprio obiettivo centrale che è quello di lavorare per PREVENIRE I CONFLITTI TRA I POPOLI presentando, di volta in volta, alla Comunità Internazionale proposte di mediazione di conflitto, intervenendo in particolare sulla cosiddetta "crisi nucleare", con un approccio insieme innovativo, prudente, equilibrato.


LINEE DI LAVORO OPERATIVE


L’ambasciata di pace di Tehran, per concretizzarsi, deve ottenere innanzitutto una accettazione da parte dell' Autorità governativa locale . Il fine è quello di essere in grado, all’occorrenza, di conoscere a fondo i problemi e di disporre della sufficiente credibilità per favorire il metodo negoziale nella soluzione del conflitto. PER SOSTENERE IL METODO NEGOZIALE SEMPRE E’ NECESSARIO CHE L’AMBASCIATA LAVORI SULLA VOLONTA’ DI PACE DELLA GENTE IRANIANA CHE VIVE SULLA PROPRIA PELLE UNA CRISI CON POTENZIALI SBOCCHI BELLICI.


Gli strumenti di queste linee di lavoro sono sostanzialmente due:


a) la capacità di rappresentare una posizione ecopacifista non schierata, non politicizzata, ma radicata in una istanza universale riconosciuta dal diritto internazionale


b) la capacità di facilitare una comunicazione trasparente e diffusa, ma soprattutto veritiera.


CAPACITA’ DI POSIZIONAMENTO ECOPACIFISTA :


E’ la capacità che possiamo riassumere con la volontà di non rappresentare mai una parte o una fazione ideologica o religiosa o nazionale o culturale precostituite e predefinite. Senza questo ancoraggio alla "comune umanità" ci sarà impossibile costruire "trans-solidarietà" per tentare di opporci alla degenerazione bellica.


CAPACITA’ DI FACILITAZIONE COMUNICATIVA:


L'aiuto comunicativo, per essere realmente produttivo, dovrà cercare di vedere e capire i problemi dalle diverse angolazioni delle parti in conflitto, ma soprattutto dal punto di vista umano universale, perchè l’intervento dell’ambasciata di pace deve tendere a costruire, fuori e dentro il paese in cui opera, SOLIDARIETA’ per tutti e non solo per una parte. Da questo atteggiamento dipenderà molto della fiducia che la popolazione locale potrà riporre nell’ambasciata di pace.


RIFERIMENTO ALLE ONG LOCALI:


L’ambasciata, essendo strumento di diplomazia dei popoli, deve, nello svolgimento del suo lavoro, fare riferimento alle ONG locali o a gruppi a queste assimilabili, sollecitando e adoperandosi per la costruzione di COMMISSIONI DI LAVORO MISTE E PARITETICHE sui temi della pace, dell'ecologia, dell'energia e dell’intervento solidale. A queste commissioni dovrebbe essere affidato il compito di individuare in concreto tutte le azioni da svolgere sul territorio (aprire le comunicazioni, solidarietà e diplomazia popolare). La capacità di individuazione e di scelta degli interlocutori per le Commissioni di lavoro e l’attività dell’Osservatorio di Pace e Diritti Umani rimangono compito precipuo dell’Ambasciata.


FASI DEL PROGETTO:


1- redazione partecipata coinvolgendo gruppi ecopacifisti iraniani sia esiliati (o esteri) sia a Tehran ed in Iran


2- lancio con conferenza stampa il 28 novembre 2009 (anniversario Barcellona) - avvio sottoscrizione popolare


3- delegazione esplorativa a Tehran il Natale 2009


4- eventuali altre "missioni esplorative" in Iran per rodare eventuali, provvisorie, "teste di ponte"


5- approvazione da parte dell'Assemblea OSM


6 - inaugurazione dell'Ufficio/Ambasciata a Tehran verso maggio-giugno 2010


Testo redatto da Alfonso Navarra del COORDINAMENTO FERMIAMO CHI SCHERZA COL COL FUOCO ATOMICO (sulla base di uno schema originario prodotto dai Berretti Bianchi)

3 commenti:

  1. Sono solidale con le donne e i giovani che manifestano per la libertà ed il diritto di vedere riconosciuta l'espressione popolare del voto.
    Cercherò contatti con la comunità iraniana di Milano, che non deve essere lasciata sola nelle suue iniziative.
    Alla lotta per la libertà in Iran (e per i diritti delle donne) dedicherò uno spazio nel blog che gestisco, chiamato "Mujeres sin fronteras".

    Carolina Brigitte Balladares
    brigitteballadares@yahoo.com
    ass.terranuestradonneimmigrate@yahoo.it

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  2. Una idea: formiamo nelle varie città dei Comitati di solidarietà che prendano contatti con gli iraniani democratici ed appoggino le loro iniziative.
    Anche una domanda: come si fa ad aprire un ufficio pacifista a Teheran? E' realmente possibile?

    Cristina Vera Diaz
    kronospn@tiscali.it

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  3. Allo scontro attuale interno tra governo iraniano e chi manifesta in piazza sono legate due importantissime questioni internazionali:
    QUESTIONE ENERGETICA:l'Aie afferma che tra 4-5 anni ci potrebbero essere problemi di scarsita' di petrolio perche' gli investimenti necessari per nuovi giacimenti sono troppo onerosi in questo momento di crisi finanziaria.In realta' nuove attivazioni di giacimenti a prezzi accessibili sono possibili ora solo in Iraq, Iran ed Arabia Saudita.Lo sfruttamento di nuovi giacimenti sauditi e' dato per scontato, in IRAQ ed IRAN c'e' una grossa partita aperta.
    LA QUESTIONE ISRAELIANA-PALESTINESE:La violenza dello stato israeliano contro i palestinesi viene giusticata sosprattutto in questo momento dalla minaccia iraniana e dei movimenti sostenuti dall' iran. Se viene meno il regime attuale iraniano o questo viene condizionato fortemente dall' opinione pubblica questa giustificazione perde moltissima forza.

    marco

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