venerdì 17 luglio 2009

Israele sta preparando l'attacco all'Iran


Il "Manifesto" pubblica oggi - 17 luglio, un articolo di Manlio Dinucci dal titolo: "Israele sta preparando l'attacco all'Iran".
Dinucci mette in rilievo la propensione di alcuni esponenti dell'Amministrazione Obama, con in prima fila il Segretario di Stato Hillary Clinton, a giustificare un eventuale attacco del governo israelieano agli impenti nucleari dell'Iran.
Di fronte a ciò conclude il suo pezzo con le seguenti parole: "A questo punto spetta agli analisti capire in che cosa differisca la politica estera dell’amministrazione Obama da quella di Bush".
Noi antimilitaristi satyagrahi ci permettiamo invece di ribadire che la differenza c'è, e che proprio in questi giorni si sta giocando la partita dei militarismi più aggressivi (sia negli USA che in Israele) contro l'obamiano "sviluppo sostenibile", sia pure di tipo "capitalistico".
Questa partita passa, guarda caso, anche per la capacità di "non mollare" dell'Onda Verde iraniana (e nostra di organizzare con essa un "fronte comune" nell'ambito dell'internazionale dei diritti umani, per la liberazione degli oppressi... )

A noi non serve - crediamo - puntare sul peggio, ma moltiplicare gli sforzi autonomi anche comprendendo quali contesti ci offrono maggior respiro ed opportunità più concrete.

Le comunità resistenti sul territorio sono pienamente coinvolte, a partire da quelle che ospitano le basi USA e NATO e/o gli 11 porti che subiscono l'attracco di navi e sommergibili a propulsione atomica (vere centrali nucleari galleggianti).

Le invitiamo a visitare il sito www.osmdpn.it per aggiungersi ai resistenti contro le spese belliche e nucleari!


Clicca per leggere l'articolo di Manlio Dinucci




Testata: Il Manifesto
Data: 17 luglio 2009
Pagina: 9
Autore: Manlio Dinucci
Titolo: «Israele sta preparando l'attacco contro l'Iran»

Lo spiegamento di sottomarini Dolphin e navi da guerra israeliane nel Mar Rosso «deve essere preso sul serio: Israele si sta preparando alla complessità di un attacco all’Iran». Lo ha dichiarato ieri al Times di Londra un funzionario israeliano della difesa.Ha inoltre confermato l’esistenza di un accordo con l’Egitto per il transito delle unità militari dal canale di Suez, aggiungendo che i governi dei due paesi sono uniti da una «comune diffidenza verso l’Iran» e che Israele sta rafforzando i legami con «certi paesi arabi, anch’essi timorosi della minaccia nucleare iraniana». Così Israele, l’unico paese della regione che possiede armi nucleari (di cui sono armati anche iDolphin) e rifiuta il Trattato di non proliferazione (Tnp), simette alla testa di una crociata, cui partecipano anche alcuni governi arabi, contro la «minaccia nucleare» dell’Iran, paese che aderisce al Tnp ed è quindi soggetto ai controlli dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Questa ha confermato di non avere «alcuna prova che l’Iran stia cercando di produrre un’arma nucleare ». I sottomarini e le navi da guerra di Israele sono nelMar Rosso non solo per preparare l’attacco all’Iran, scriveva ieri Haaretz, ma anche «per impedire il traffico di armi dall’Iran alla striscia di Gaza» viamare e quindi attraverso il Sudan. Si accusa quindi l’Iran di armare e fomentare i palestinesi, cancellando quanto emerge dall’inchiesta dell’associazione israeliana «Breaking the Silence», la quale dimostra che l’operazione «Piombo fuso» è stata decisa in base a un preciso calcolo politico per terrorizzare i palestinesi facendo strage di civili. Né è credibile che nella striscia di Gaza, dove non riescono ad entrare neppure gli aiuti umanitari, arrivi un flusso di armi dall’Iran. A dar man forte al governo israeliano è scesa in campo mercoledì la segretaria di stato Usa Hillary Clinton, che ha lanciato un «ultimatum all’Iran» perché «si unisca alla comunità internazionale quale membro responsabile», cessando di «minacciare i vicini e sostenere il terrorismo». Ha ribadito che «l’Iran non ha diritto di avere una capacità nuclearemilitare» (che invece gli Usa hanno diritto di avere, possedendo le forze nucleari più potenti delmondo), e che «gli Usa sono decisi a impedire che l’acquisisca». Ha quindi dichiarato che «non esiteremo a difendere i nostri amici, i nostri interessi e soprattutto il nostro popolo con vigore e, se necessario, con la forza militare più potente del mondo». Ilmessaggio a Tehran è inequivocabile: se Israele attaccherà l’Iran e questo risponderà con i suoi missili (non nucleari), gli Stati uniti sosterranno Israele con «la forza militare più potente del mondo». A questo punto spetta agli analisti capire in che cosa differisca la politica estera dell’amministrazione Obama da quella di Bush.

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