da www.repubblica.it 17 luglio 2009
Manifestazione contro il governo davanti all'università durante la preghiera del venerdì
L'ex presidente della Repubblica contesta Ahmadinejad: "Rilasciare gli oppositori"
Slogan pro Moussavi al sermone di Rafsanjani
La Polizia carica con lacrimogeni e bastoni
Almeno 15 arresti. L'Ayatollah: "La crisi può essere risolta con un presidente voluto dal popolo"
TEHERAN - La contestazione contro Ahmadinejad non abbassa la testa. Tornano in piazza migliaia di sostenitori dell'esponente riformista Mir Hussein Moussavi. Sfidano la polizia e manifestato davanti all'università di Teheran durante il sermone del venerdì dell'Ayatollah Hashemi Rafsanjani. Scandiscono slogan contro il presidente rieletto Ahmadinejad. Gridano "Allah akbar" (Dio è grande), lo stesso grido di protesta che da settimane si sente di notte dai tetti di Teheran. Secondo i testimoni sono centinaia di migliaia, una folla così numerosa da riempire un'area di tre chilometri attorno all'ateneo. La maggior parte della gente neppure è riuscita ad avvicinarsi all'università chiusa attorno ad un cordone di forze di sicurezza.
L'Ayatollah Hashemi Rafsanjani, ex presidente della Repubblica islamica, non risparmia critiche al regime: "In Iran c'è una situazione amara che può essere risolta solo con l'elezione di un presidente che sia voluto dal popolo. Rilasciate subito gli oppositori arrestati. Deve essere creata un'atmosfera di libertà in cui ognuno abbia il diritto di esprimere le sue critiche. Solo così raggiungeremo la soluzione della crisi".
Violenta la reazione della polizia che ha caricato con lacrimogeni e bastoni i manifestanti vestiti di verde o con indosso un braccialetto del colore scelto da Moussavi durante la campagna elettorale. In assetto antisommossa, gli agenti hanno trascinato via almeno 15 manifestanti trascinati nelle prigioni ad ingrossare il numero degli oppositori dietro le sbarre. Nel tentativo di bloccare la diffusione di notizie oltre i confini, i cellulari nel centro di Teheran sono stati disattivati: non è possibile inviare neppure un sms. Secondo il sito pro riformista Moujcamp, i servizi di sicurezza avrebbero pure negato a diversi reporter l'autorizzazione di seguire in diretta il discorso di Rafsanjani.
Manifestazione contro il governo davanti all'università durante la preghiera del venerdì
L'ex presidente della Repubblica contesta Ahmadinejad: "Rilasciare gli oppositori"
Slogan pro Moussavi al sermone di Rafsanjani
La Polizia carica con lacrimogeni e bastoni
Almeno 15 arresti. L'Ayatollah: "La crisi può essere risolta con un presidente voluto dal popolo"
TEHERAN - La contestazione contro Ahmadinejad non abbassa la testa. Tornano in piazza migliaia di sostenitori dell'esponente riformista Mir Hussein Moussavi. Sfidano la polizia e manifestato davanti all'università di Teheran durante il sermone del venerdì dell'Ayatollah Hashemi Rafsanjani. Scandiscono slogan contro il presidente rieletto Ahmadinejad. Gridano "Allah akbar" (Dio è grande), lo stesso grido di protesta che da settimane si sente di notte dai tetti di Teheran. Secondo i testimoni sono centinaia di migliaia, una folla così numerosa da riempire un'area di tre chilometri attorno all'ateneo. La maggior parte della gente neppure è riuscita ad avvicinarsi all'università chiusa attorno ad un cordone di forze di sicurezza.
L'Ayatollah Hashemi Rafsanjani, ex presidente della Repubblica islamica, non risparmia critiche al regime: "In Iran c'è una situazione amara che può essere risolta solo con l'elezione di un presidente che sia voluto dal popolo. Rilasciate subito gli oppositori arrestati. Deve essere creata un'atmosfera di libertà in cui ognuno abbia il diritto di esprimere le sue critiche. Solo così raggiungeremo la soluzione della crisi".
Violenta la reazione della polizia che ha caricato con lacrimogeni e bastoni i manifestanti vestiti di verde o con indosso un braccialetto del colore scelto da Moussavi durante la campagna elettorale. In assetto antisommossa, gli agenti hanno trascinato via almeno 15 manifestanti trascinati nelle prigioni ad ingrossare il numero degli oppositori dietro le sbarre. Nel tentativo di bloccare la diffusione di notizie oltre i confini, i cellulari nel centro di Teheran sono stati disattivati: non è possibile inviare neppure un sms. Secondo il sito pro riformista Moujcamp, i servizi di sicurezza avrebbero pure negato a diversi reporter l'autorizzazione di seguire in diretta il discorso di Rafsanjani.
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